È necessario prendere coscienza della stretta correlazione che esiste tra catechesi, liturgia e carità. È quanto mai urgente che gli stessi Uffici pastorali diocesani lavorino in sinergia per avviare cammini di formazione comuni dove le tre dimensioni che costituiscono il vivere della comunità si completino tra di loro. È fuori luogo oggi un lavoro pastorale a compartimenti stagni perché ciò fa sì che le lacune che si verificano in una di queste tre dimensioni fondamentali della Chiesa finiscono per incidere sulle altre. In tal senso, l’iniziazione cristiana non può essere demandata esclusivamente all’ambito della catechesi per non correre il rischio di fare solo “preparazione dottrinale ai sacramenti”. Proprio per non cadere in questo equivoco è necessario considerare che è la comunità cristiana tutta, nelle sue tre dimensioni, che inizia alla fede. Senza la pratica della carità, l’annuncio e l’approfondimento della fede non ha credibilità e le celebrazioni liturgiche diventano vuota ritualità. Senza un’accurata catechesi, la liturgia non sarebbe compresa nei suoi segni sacramentali e la carità diventerebbe equivoca. Senza la liturgia degnamente celebrata, la catechesi rischia di apparire una ideologia e la carità una pratica filantropica. «Lo Spirito Santo è l’anima della Chiesa. E la carità, che è il dono per eccellenza dello Spirito […] struttura la Chiesa nel suo dinamismo interno e nell’esercizio della sua missione salvifica; plasma di sé la vita di fede, la realtà liturgica e sacramentale, la pratica della vita morale, l’attività pastorale»[8]. Serve dare maggiore spazio di azione e partecipazione a quanto gli Uffici pastorali diocesani propongono nei loro cammini di formazione sia in ciò che è comune ai tre settori e sia in quello che li differenzia. È importante che i parroci stimolino la partecipazione dei catechisti e degli operatori pastorali di settore. La necessità di uno stile di collaborazione, come strumento della nuova evangelizzazione, invita a «promuovere il dialogo, l’incontro e la collaborazione tra i diversi educatori; attivare e sostenere iniziative di formazione su progetti condivisi. Andranno pertanto anche incoraggiate occasioni formative cui possano partecipare insieme laici e presbiteri»[9].
[8] Benigno L. Papa, Và e anche tu fa lo stesso (Lc. 10,37). Lettera Pastorale, pp. 29.
[9] Cfr. Conferenza Episcopale Italiana, Incontriamo Gesù, Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia, n. 86.