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Proposizione 95

Il diaconato permanente nasce da una vocazione: una chiamata che viene da Dio per un servizio da rendere a Lui nella sua Santa Chiesa. Non è, dunque, una scelta personale per occupare un “presunto ruolo di prestigio”, né tantomeno può essere considerato una fonte di reddito aggiuntivo: il diaconato è espressione del libero dono di sé per un prezioso contributo all’evangelizzazione e alla promozione del Regno di Dio. Il ruolo del diacono non è finalizzato solo al ministero racchiuso all’interno della comunità parrocchiale: i suoi compiti si estendono alla famiglia e al luogo di lavoro, dove deve testimoniare con l’intera sua vita il Cristo, che lo ha chiamato e inviato nel mondo. Per i candidati al diaconato permanente si richiede una testimonianza di fede forte e continua, una vita morale irreprensibile, un impegno già vissuto all’interno della propria comunità di origine nella carità e al servizio dei sofferenti, la capacità di intessere all’interno della realtà ecclesiale relazioni di comunione, che egli già testimonia con la propria vita matrimoniale. Per svolgere, poi, appieno la loro missione ed essere veri testimoni di Cristo-Servo, i candidati al diaconato permanente devono essere preparati con un adeguato iter formativo iniziale di natura teologica, spirituale e umana; inoltre esperienze pastorali serie e probanti saranno in grado di forgiarne il carattere e mettere a prova le qualità personali e i carismi ricevuti dallo Spirito Santo. Anche per i diaconi, come per i presbiteri, si impone una formazione permanente che tenga conto, in maniera specifica, del mandato che essi devono svolgere nella nostra realtà: nuove proposte formative sono necessarie oggi nella Diocesi per consentire sempre più di riconoscere nel diacono l’immagine viva di Cristo che serve, si fa carico delle sofferenze e proclama il regno di Dio.