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Proposizione 117

La capacità di generare, cioè di divenire una coppia feconda, è l’immagine più importante per descrivere il mistero della vita, fondamentale nella nostra visione cristiana: cioè comunione d’amore. San Giovanni Paolo II afferma che «il nostro Dio, nel suo mistero più intimo, non è solitudine, bensì una famiglia dato che ha in sé paternità, filiazione e l’essenza della famiglia, che è l’amore» (Omelia, 28 gennaio 1979).

Quando la coppia non “procrea” si avverte la solitudine, perché è venuto meno il fine ultimo della reciprocità, che si concretizza nella donazione d’amore: la nascita di un figlio. La coppia che non può avere figli spesso sperimenta l’incapacità di essere come tutti gli altri, di non poter “dare la vita”, di generare altro da sé. La solitudine che ne deriva è grande per il senso di abbandono che si vive. La fede può indebolirsi, la solitudine incalza e non sembrano esserci “vie di uscita”. In tal senso, bisogna ravvivare la consapevolezza che la coppia, anche senza prole, è sempre e comunque famiglia ugualmente feconda se l’amore che vive non è chiuso all’interno di se stessa, ma diventa dono di apertura all’altro e di testimonianza.

L’adozione, ad esempio, riesce a rendere concreto questo tipo di amore, poiché essa non è un legame secondario, non è un ripiego ma, come afferma Papa Francesco: «Questo tipo di scelta è tra le forme più alte di amore e paternità e maternità» (Udienza Generale, 5 gennaio 2022). L’adozione permette di realizzare il sogno di tanti bambini che hanno bisogno dell’amore di una famiglia, ma anche il desiderio di tante coppie che desiderano donarsi nell’amore. Non si nasce genitori perché si mette al mondo un figlio, ma lo si diventa accudendolo con amore e prendendosi responsabilmente cura di lui. A questo proposito interessante è la Lettera Apostolica Patris corde, nella quale Papa Francesco, parlando della figura di San Giuseppe, invita a riflettere sul tema della paternità: «Giuseppe non è un uomo rassegnato passivamente. Il suo è un coraggioso e forte protagonismo. L’accoglienza è un modo attraverso cui si manifesta nella nostra vita il dono della fortezza che ci viene dallo Spirito Santo».

 

Momento tragico nella coppia e nella famiglia è anche la perdita di un figlio o di una persona cara: un dramma per tutta la famiglia. La carità di Cristo e l’attenzione alla famiglia interpella il nostro essere Chiesa verso la cura di queste famiglie con una pastorale specifica e con l’aiuto di strutture e persone competenti, che possano aiutare la coppia a non sentirsi abbandonata, a trovare percorsi luminosi che diano senso a quanto accaduto, aprendo orizzonti di una vita nuova, e a riuscire a trovare le soluzioni più adeguate. Pari attenzione particolare meritano anche i figli che perdono i genitori o un genitore prematuramente.