Effettua l'accesso qui per rispondere alla proposizione

Proposizione 129

La gioia è propria del discepolo e dimostrazione eloquente della sua fede, cioè della sua conformazione a Cristo. Questa fede ci porta ad una evidente novità: «Nella fede Cristo non è soltanto Colui in cui crediamo, la manifestazione massima dell’amore di Dio, ma anche Colui al quale ci uniamo per poter credere. La fede non solo guarda a Gesù, ma guarda dal punto di vista di Gesù, con i suoi occhi: è una partecipazione al suo modo di vedere»[1]. La gioia di chi crede è quella di chi si sente trasformato dall’amore al punto da dilatare la propria esistenza oltre se stesso[2]. Perciò l’esistenza del singolo credente diventa esistenza ecclesiale. Il cristiano comprende se stesso nel corpo della Chiesa, in relazione a Cristo ed ai fratelli. Fuori da questo corpo «la fede perde la sua misura, non trova più il suo equilibrio, lo spazio necessario per sorreggersi»[3]. La fede diventa, così, operante nel cristiano, partendo dal dono dell’amore ricevuto, che attira verso Cristo e rende partecipi del cammino della Chiesa. «Per chi è trasformato in questa maniera, si apre un nuovo modo di vedere, la fede diventa luce per i suoi occhi»[4] e gioia per il suo cuore. Questa gioia va annunciata: san Paolo chiama i servitori del Vangelo “servitori della nostra gioia” (cfr. 2Cor 1,24). J. Ratzinger così afferma: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annuncia il Vangelo, annuncia il lieto messaggio. Lavorare in questo mondo per gli averi ed i possedimenti in fondo significa affannarsi per ciò che è morto. Tu invece abbandona il lavoro dei morti di questo mondo e annuncia la gioia […]. Questa gioia noi la troviamo se abbiamo il coraggio di farci incendiare dal messaggio del Signore. E quando l’avremo trovata, potremo farla ardere, poiché allora saremo servitori della gioia in un mondo di morte»[5].

 

[1] Francesco, Lettera Enciclica Lumen fidei, n. 18.

[2] Ibidem, n. 21.

[3] Ibidem, n. 22.

[4] Ibidem, n. 22.

[5] J. Ratzinger, Servitori della vostra gioia. Meditazioni sulla spiritualità sacerdotale, Milano 2002, pp. 39-40.