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Proposizione 139

Dall’ascolto nasce, poi, il dialogo, fattore fondamentale per far capire, vicendevolmente, le proprie posizioni. Duplice abilità è necessario applicare nel dialogare:

 

  • saper ascoltare chi ci parla senza preconcetti o chiusure preventive, senza posizioni di presunta superiorità o di conoscenza assoluta della verità, senza salire su un piedistallo e guardare l’altro dall’alto in basso, perché il dialogo può partire solo se gli interlocutori si trovano sullo stesso livello;

 

  • saper parlare in modo comprensibile a chi ci sta di fronte, perché sia in grado di percepire il vero contenuto del messaggio di salvezza di Cristo, che non giudica mai nessuno preventivamente, ma offre sempre una possibilità nuova per scoprire il senso di se stessi, del proprio esistere nel mondo, delle proprie risorse e qualità personali, della propria libertà e della propria coscienza per discernere la Verità.

 

Il dialogo vissuto in tal modo consente l’atteggiamento di apertura totale che permette di conoscersi, accettarsi vicendevolmente con il proprio modo di essere, pensare ed esprimersi, condividendo gioie, fatiche, desideri, speranze e valori. Questo per noi non significa uniformarsi allo spirito del mondo o farsi influenzare da posizioni contrarie alla nostra fede, bensì, chi è sicuro di se stesso e di ciò in cui crede sa assumere ed incarnare uno stile relazionale nuovo con il quale testimoniare la sua fede in maniera evidente e così può diventare un dono per l’altro. Il binomio dialogo-dono è imprescindibile nell’ecclesiologia di comunione postconciliare, che deve nutrire e trasformare il cammino della nostra Chiesa.