Per lo sviluppo e l’attuazione di una pastorale organica delle comunicazioni sociali il ruolo della Parrocchia è primario e decisivo. In essa concretamente si percepisce l’influsso della cultura mediale ed è possibile un primo, basilare e innovativo approccio pastorale a tale cultura. Tutta la vita della comunità parrocchiale dovrebbe essere ripensata in un’ottica più organica e integrata, tenendo conto della cultura determinata dai media: dai linguaggi della catechesi alle celebrazioni liturgiche, dal modo in cui la comunità parrocchiale viene informata delle attività alla gestione della bacheca, dalla disposizione dei manifesti alla realizzazione del bollettino parrocchiale, dal ricorso agli strumenti audiovisivi al rapporto con i media laici ed ecclesiali, nazionali e locali, fino all’uso delle nuove tecnologie[1].
Venga rivolta maggiore attenzione alle realtà (associazioni, formatori, esperti) che operano nel settore della “media education”, favorendo collegamento e scambio tra i vari animatori e operatori della comunicazione e della cultura. La comunicazione delle Parrocchie sia creativa, coraggiosa ma sempre contestuale al sacro e lontana da mode e tendenze che ammiccano ad eventi a carattere commerciale, consumistico, solo estetico. La fede non è “audience” e la comunicazione è sempre comunione e non competizione, anche in ambito parrocchiale.
I media possono contribuire ad allargare, arricchire e diffondere il dialogo tra i fedeli e pastori, ma è fondamentale considerare anche le possibili distorsioni o manipolazioni che ne possono derivare. Occorre, pertanto, che tutti siano educati a un uso dei media efficace ma, nello stesso tempo, discreto e pertinente.
[1] Cfr. Conferenza Episcopale Italiana, Comunicazione e Missione. Direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione della Chiesa, nn. 106-110.