Per poter vivere l’amore vero è necessario riprendere la pratica della correzione fraterna: essa è l’azione che può sanare le ferite della nostra Chiesa. Gesù stesso ci ha insegnato a correggere con amore e nella verità il fratello che sbaglia: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, và ed ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano ed il pubblicano» (Mt 18,15-17). Chi corregge deve imitare Gesù, che perdona e non disprezza; deve farlo con animo sereno, porgendo la mano, affinché l’altro si ravveda e, rialzandosi, riprenda il suo cammino con fiducia e speranza. «Fratelli, se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi, che avete lo Spirito, correggetelo con spirito di dolcezza. E tu vigila su te stesso, per non essere tentato anche tu. Portate i pesi gli uni degli altri» (Gal 6,1-2).
Così Papa Francesco si sofferma su questo brano: «In effetti, quando siamo tentati di giudicare male gli altri, come spesso avviene, dobbiamo anzitutto riflettere sulla nostra fragilità. Quanto facile è criticare gli altri! […] Ma tu guarda te stesso! È bene domandarci che cosa ci spinge a correggere un fratello o una sorella, e se non siamo in qualche modo corresponsabili del suo sbaglio. Lo Spirito Santo, oltre a farci dono della mitezza, ci invita alla solidarietà, a portare i pesi degli altri […] Ci possono aiutare anche le parole di Sant’Agostino quando commenta questo stesso brano: “Perciò, fratelli. Qualora uno venga sorpreso in qualche colpa, […] correggetelo in questa maniera, con mitezza. E se tu alzi la voce, ama interiormente. Sia che incoraggi, che ti mostri paterno, che rimproveri, che sia severo, ama” (Sant’Agostino, Discorsi, 163/B3). Ama sempre. La regola suprema della correzione fraterna è l’amore: volere il bene dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. Si tratta di tollerare i problemi degli altri, i difetti degli altri in silenzio nella preghiera, per poi trovare la strada giusta per aiutarli a correggersi. E questo non è facile […]. Mitezza, pazienza, preghiera, vicinanza. Camminiamo con gioia e con pazienza su questa strada, lasciandoci guidare dallo Spirito Santo»[1].
[1] Francesco, Udienza Generale, mercoledì 3 novembre 2021.