Nella Lettera Apostolica Tertio Millennio Adveniente, la Chiesa è invitata «a farsi carico con più viva consapevolezza del peccato dei suoi figli nel ricordo di tutte quelle circostanze in cui, nell’arco della storia, essi si sono allontanati dallo Spirito di Cristo e del suo Vangelo, offrendo al mondo, anziché la testimonianza di una vita ispirata ai valori della fede, lo spettacolo di modi di pensare e di agire che erano vere forme di antitestimonianza e di scandalo»[1].
La nostra comunità cristiana deve essere capace di affrontare gli scandali interni ed esterni, chiamandoli per nome e proclamando la verità delle cose, nella consapevolezza che, nella misura in cui vengono identificati, è necessario estirparli al più presto, come i tumori: ne va della sua credibilità e della sua vita. La nuova evangelizzazione della nostra terra darà risultati solo se saremo veramente credibili, se, cioè, faremo coincidere la predicazione dei valori cristiani del Vangelo con il metterli in pratica nella e con la nostra vita. Per questo dovremo dimostrare di essere uomini e donne liberi da qualsiasi condizionamento e compromesso interno ed esterno, che possa costituire scandalo: mancanza di comunione, uso cattivo del denaro, sfruttamento dei poveri, lavoro nero, clericalismo, forme eccessive di lusso, atteggiamento elitario, mancanza di accoglienza, scandali sessuali, connivenza con la ‘ndrangheta, sete di potere.
«Solo una Chiesa libera è una Chiesa credibile. Siamo chiamati ad essere liberi dal senso della sconfitta dinnanzi alla nostra pesca talvolta fallimentare; ad essere liberi dalla paura che ci immobilizza e ci rende timorosi. Siamo chiamati ad essere liberi dalle ipocrisie dell’esteriorità; ad essere liberi dalla tentazione di imporci con la forza del mondo anziché con la debolezza che fa spazio a Dio; liberi da un’osservanza religiosa che ci rende rigidi ed inflessibili; liberi da legami ambigui col potere e dalla paura di essere incompresi ed attaccati»[2].
[1] Giovanni Paolo II, Lettera Apostolica Tertio Millennio Adveniente, n. 33.
[2] Francesco, Omelia per la Solennità dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, 29 giugno 2021.