Effettua l'accesso qui per rispondere alla proposizione

Proposizione 180

«La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana»[1]. Il Servizio Sanitario Nazionale[2] nasce con il preciso scopo di assicurare quanto stabilito dalla Costituzione e garantire l’accesso alle sue strutture e l’erogazione delle prestazioni di diagnosi, cura e assistenza, secondo questi tre principi fondamentali:

  • Universalità. Tutta la popolazione ha diritto all’assistenza ed alle prestazioni, attraverso un’organizzazione capillare del S.S.N. sul territorio della Nazione, i cui servizi sono erogati dalle Aziende Sanitarie Locali, dalle Aziende Ospedaliere pubbliche e dalle strutture private convenzionate con il S.S.N. Questo sistema serve a garantire l’applicazione uniforme alla popolazione delle cure essenziali.

 

  • Uguaglianza. I cittadini devono poter accedere alle prestazioni del S.S.N. nel pieno rispetto delle differenze e senza che la distinzione di condizioni individuali, sociali ed economiche siano di ostacolo alle cure.

 

  • Equità. A tutti i cittadini deve essere garantita parità di accesso in rapporto a uguali bisogni di salute, appropriata prescrizione delle cure e trasparenza nei rapporti e nelle erogazioni delle prestazioni. Allo stesso tempo, per garantire equità, deve essere assicurata un’informazione corretta, esaustiva e comprensibile sia da parte degli operatori sanitari sia dalle istituzioni.

 

Gravi sono nel nostro territorio le violazioni ai diritti del malato: corruzione, favoritismi, sprechi, frodi, malasanità, lunghezza delle liste di attesa per un semplice esame di routine. La criminalità organizzata da sempre è interessata al settore sanitario non solo per i tanti soldi che in questo campo girano, ma perché la sanità è uno strumento per mantenere il consenso ed il controllo del territorio.

Il dilagare dell’illegalità nella filiera sanitaria è alimentata anche grazie alla connivenza della cosiddetta “zona grigia”, costituita da “colletti bianchi”, funzionari e tecnici compiacenti, imprenditori e politici corrotti. La corruzione costa, ma chi ne paga il prezzo è l’umile nostra gente, che molte volte deve affrontare i drammatici “viaggi della speranza” per potersi curare altrove. Tutto ciò è un cancro che uccide piano piano la fiducia degli ammalati nelle istituzioni, alimentando un diffuso senso di sospetto.

La nostra Chiesa ha il dovere di pronunciarsi e schierarsi a fianco di chi soffre di questi ingiusti trattamenti. Deve diventare un segno profetico, affinché i diritti di ogni persona malata possano essere rispettati; deve denunciare ad alta voce il mancato rispetto della dignità della persona umana nel momento più delicato della sua esistenza: la malattia. Deve uscire dalla zona d’ombra dell’indifferenza e del disinteresse e richiedere l’applicazione del principio di giustizia sociale coniugato con la carità di Cristo. Solo così sarà una Chiesa schierata con gli ultimi e in difesa dei loro diritti.

 

[1] Costituzione della Repubblica Italiana, Titolo II, Art. 32.

[2] Istituito con la Legge del 23 dicembre 1978, n. 833.