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proposizione 110

È in atto una spinta culturale che ha l’obiettivo di uccidere l’amore perché taglia tutti i legami essenziali tra le persone sviluppando diverse forme di individualismo.

 

  • Le relazioni familiari vengono influenzate da una “cultura dello scarto” (cfr. Amoris laetitia n. 191) non disposta ad accogliere con amore la vocazione al Matrimonio.

 

  • La stessa natura del vero amore coniugale viene svilita in nome di una modernità che suggerisce un “amore temporaneo, da godere finché dura” imponendo stili di vita e modelli culturali che invece di creare vera liberazione imprigionano le persone in situazioni spesso pluri-problematiche da cui è difficile uscire.

 

  • Il contesto culturale e la “moderna” visione della famiglia, che circonda la maggior parte delle coppie, sono caratterizzati da luci ed ombre.

 

È migliorata la libertà individuale del singolo nella coppia anche se ancora permangono disparità nei confronti della donna, che continua ad avere maggiori oneri e responsabilità nella gestione organizzativa della vita di coppia, della famiglia e nell’educazione dei figli.

  • La ricerca di libertà, sostenuta da un forte egocentrismo, può minare profondamente la relazione tra gli sposi e tra i diversi componenti della famiglia. Mentre nuove forme di pragmatismo e di efficientismo influenzano la vita quotidiana, ogni componente, catturato dai numerosi impegni, rischia di impoverire il dialogo con i propri cari. Annullati così i valori fondanti, il progetto della famiglia si impoverisce e, anziché alla creazione di una comunità che condivide la quotidiana interezza della vita, si assiste alla realizzazione di un “arcipelago di isole”.

 

Dinnanzi a questa visione precaria e individualista della famiglia e del Matrimonio, ci si rende conto dell’importanza di una presenza ecclesiale attiva, propositiva e autorevole, che sappia instaurare un dialogo efficace e coinvolgente. Troppo spesso ci “chiudiamo” a custodire il bene della famiglia e del Matrimonio senza pensare che sia un dono da condividere e “trafficare”.

In questa direzione è importante una maggiore presa di coscienza e una presenza attiva per essere autenticamente incisivi e presenti nel nostro contesto socio-culturale. 

È un’esigenza essenziale del nostro essere Chiesa il bisogno di inserirci in modo attivo nella cultura del territorio, utilizzando tutti gli strumenti adeguati che offre la società, soprattutto ritrovando, sull’esempio di Papa Francesco, un nuovo linguaggio che non esprime solo giudizi, ma che sappia incontrare ed entrare nel cuore delle persone.