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Proposizione 167

A fondamento del concetto di corresponsabilità sta il principio della Chiesa come mistero di comunione. Soltanto se ci si sente parte viva di questa comunione e si alimenta sempre più il senso di appartenenza a questa famiglia, si può assumere con gioia e con il cuore una propria responsabilità al suo interno e partecipare così di fatto alla sua vita ed alla sua missione. La corresponsabilità, che conduce alla partecipazione diretta, trova nell’esperienza di comunione, che è la Chiesa, la ragione profonda che la sostiene e la motivazione forte che la alimenta giorno dopo giorno, con energia sempre fresca. Una corresponsabilità da vivere in termini di solidarietà non soltanto affettiva, ma effettiva, partecipando secondo la condizione ed i compiti propri di ciascuno all’edificazione storica e concreta della comunità ecclesiale ed assumendo con convinzione e gioia le fatiche e gli oneri che essa comporta[1].

Nella Chiesa-comunione nessuno può dire: “Questo non mi riguarda”. Nessuno può chiamarsi fuori dalla vita dell’unica famiglia, nessuno deve sentirsi ai margini, nessuno deve recitare solo una parte da comparsa, nessuno può fare solo da spettatore. Tutti siamo protagonisti attivi di un mistero d’amore che scaturisce dalla comunione stessa che è Dio e si fa presente nella storia dell’uomo proprio attraverso le nostre persone concrete, chiamate con la loro responsabilità diretta a realizzare e testimoniare un modo sempre nuovo e bello di vivere la fede: la comunione fraterna che è la Chiesa. In questa luce, allora, il “questo non mi riguarda” si traduce immediatamente nel “questo mi sta a cuore”, ad indicare appunto la necessaria partecipazione attiva alla vita ed alla missione della Chiesa, portando ciascuno se stesso come dono per tutti. La corresponsabilità deve diventare lo stile attraverso il quale i fedeli (laici, persone consacrate, diaconi, sacerdoti) si sentano membri delle proprie comunità e per questo contribuiscono attivamente a fare la loro parte per edificarle.

La corresponsabilità ecclesiale rintraccia un luogo particolarmente significativo di attuazione e di esercizio concreto negli organismi di partecipazione comunionale, segnatamente il Consiglio Pastorale ed il Consiglio per gli Affari Economici. Questi due strumenti devono uscire da una dimensione puramente formale o burocratica, per diventare sempre più elementi vivi della comunità, tesi ad un costante impegno per la missione evangelizzatrice. Per realizzare questa finalità non basta la semplice buona volontà espressa: diventano necessarie riflessioni adeguate, scelte coerenti e verifiche appropriate; ma alla base di tutto è necessario assumere il senso di corresponsabilità personale, a cui i singoli fedeli devono essere approfonditamente formati.

 

[1] Cfr. Conferenza Episcopale Italiana, Lettera Sostenere la Chiesa per servire tutti, n. 11.