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Proposizione 199

La ‘Ndrangheta, da tempo, è l’organizzazione criminale più ricca che esiste in Italia, con sempre maggiori infiltrazioni negli Stati europei e nel resto del mondo. Quella stessa organizzazione che, fino ad alcuni decenni fa, era considerata un’accozzaglia di criminali, protetta da un’omertà senza tempo, minata da vecchie faide paesane e dedita prevalentemente al pizzo e ai sequestri di persona, è diventata una holding del crimine, che gestisce il traffico di cocaina nel mondo. Tutto ciò senza venir meno a quel modello di società tipico delle ‘ndrine, con regole e valori propri, come il silenzio imposto e il vincolo di sangue. La forza della ‘Ndrangheta sta nella sua natura, nella impenetrabilità della propria struttura e nella forza dei legami primari parentali. Pentirsi, ovvero parlare, significa tradire i propri congiunti e questo provoca problemi di ordine morale e psicologico, assai più presenti della paura di vendetta e di ritorsioni. Il valore assoluto su cui si basa, dunque, l’organizzazione è l’omertà[1]. Il requisito del non parlare con nessuno, del sopportare in silenzio un torto subito in vista di una risposta solidale dell’organizzazione è un tipico connotato della cultura ‘ndranghetista, è un cemento strutturale che unisce chi impone il silenzio e chi lo subisce. Esso è la non-parola: è il silenzio come categoria ordinatrice del pensare e dell’agire. Come non-parola, l’omertà non può far parte della cultura e della fede cristiana, che si basa, invece, sulla Parola di Verità, sul Verbo di Dio fatto carne.

Da qui la necessità, da parte della nostra Chiesa, di aiutare i fedeli a capire che con la ‘Ndrangheta ci si trova in una situazione diametralmente opposta a quella del Vangelo: la mentalità e i valori da essa veicolati, primo tra tutti l’omertà, sono totalmente da rigettare. Vincere la paura di restare soli e indifesi, accogliendo nell’abbraccio della comunità soprattutto chi è rimasto vittima di questo peso insostenibile, è l’aiuto che le Parrocchie possono fornire a chi cerca di uscire dalla logica di sopraffazione, imposta con la legge dell’omertà. Si deve costituire il terreno giusto perché la nostra Chiesa sia all’altezza del compito, terreno frutto di coscienze vive e preparate, illuminate dallo Spirito, ricche di senso civico e morale, acquisito attraverso il continuo cammino formativo nella fede.


[1] Cfr.  N. Gratteri – A. Nicaso, Fratelli di sangue. Storia, boss e affari della ‘Ndrangheta, la mafia più potente del mondo, Mondadori Editore, Milano 2010, pp. 7-8.