Grande importanza ha nella celebrazione liturgica il rispetto del sacro silenzio. Esso non è un inutile momento di pausa ma è vera e propria liturgia e, come tale, parte integrante della celebrazione[33]. Sia, dunque, osservato laddove è previsto e anche dove è raccomandato: durante l’atto penitenziale; dopo ogni invito alla preghiera; dopo l’omelia. Prima della stessa celebrazione è bene osservare il silenzio in Chiesa e in sagrestia o nel luogo dove i ministri si vestono dei paramenti[34]. Perché sia bene celebrata la liturgia della Parola si deve evitare ogni forma di fretta che impedisca il raccoglimento. È necessario che il silenzio liturgico venga colto non come una disciplina esteriore, ma come un necessario momento di apertura al mistero. Brevi momenti di silenzio, dunque, si osserveranno: prima che inizi la stessa liturgia della Parola; dopo la prima lettura; dopo la seconda lettura[35]. Quando durante la celebrazione eucaristica è inserita la Preghiera universale, dopo la proposta di tutte le intenzioni e prima dell’orazione conclusiva si osserverà il silenzio[36]. Dopo la Benedizione conclusiva della Celebrazione Eucaristica è opportuno che i fedeli rimangano al proprio posto, accompagnando con il silenzio o canto finale il celebrante fino all’ingresso nella sagrestia.
[33] Cfr. Ordinamento generale del Messale Romano, n. 45.
[34] Cfr. Ibidem, n. 45.
[35] Cfr. Ibidem, n. 56.
[36] Cfr. CEI, Orazionale per la Preghiera universale, Premessa n. 2 e p. 12.