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Proposizione 86

86. Il terzo dei mali da fuggire è l’accidia: non ci può essere posto nella nostra Chiesa per preti che non fanno niente. Il sacerdote è chiamato a operare pastoralmente; e anche per lui vale la regola paolina: «Chi non lavora neppure mangi» (2Tes 3,10). Il primo degli impegni del prete è quello di prepararsi continuamente per affrontare le sfide poste alla Chiesa dal nostro mondo: secolarizzazione, nuova evangelizzazione, inculturazione della fede, processo di liberazione del nostro popolo. Tali sfide richiedono la formazione permanente, mancando la quale nessun sacerdote può esercitare il mandato di portare il messaggio del Vangelo senza rischiare di essere anacronistico e di rendere, così, vana la sua attività pastorale. Il Direttorio per il Ministero e la Vita dei Presbiteri (14/01/2013) nell’introduzione al capitolo III afferma: «È fondamentale che i sacerdoti siano consapevoli del fatto che la loro formazione non è finita con gli anni di Seminario. Al contrario, dal giorno della sua ordinazione, il sacerdote deve sentire la necessità di perfezionarsi continuamente, per essere sempre di più di Cristo Signore». La Diocesi, nelle persone del Vescovo e del Vicario Episcopale per il clero, ha dunque il compito di programmare il cammino formativo per i preti che sia il più completo possibile, toccando non solo le problematiche di natura teologica (formazione biblica, Magistero della Chiesa, liturgia, catechetica, ecc.), ma anche gli aspetti umani della vita (psicologia, morale, pedagogia, ecc.) e indicando proposte pastorali da mettere in atto per diventare vera “Chiesa in uscita”. I sacerdoti, da parte loro, devono percepire che è un loro dovere, innanzi a Dio e al popolo che Lui ha loro affidato, partecipare a tutti gli incontri preparati esclusivamente per il loro perfezionamento, sia che si tratti di ritiri spirituali sia che si tratti di formazione intellettuale, teologica e umana. Rifiutarsi di farlo, per qualsiasi motivo personale, che non sia la malattia o un serio impegno di natura pastorale concomitante, significa non avere chiaro in mente quale compito essi hanno assunto nella missione data da Cristo alla sua Chiesa.