Seguendo gli insegnamenti del Concilio Vaticano II, ribadiamo che l’economia della Rivelazione si manifesta con eventi e parole intimamente connessi, di modo che le opere, compiute da Dio nella storia della salvezza, manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significate dalle parole, mentre le parole proclamano le opere e illustrano il mistero in esse contenuto[5]. La Chiesa, inoltre, attinge la certezza su tutte le cose rivelate non dalla sola Scrittura, ma anche dalla Tradizione, che è di origine apostolica e progredisce nella Chiesa attraverso l’accompagnamento dello Spirito Santo[6]. Pertanto, attraverso la Sacra Scrittura e per mezzo della predicazione apostolica, «la Chiesa nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto, perpetua e trasmette a tutte le generazioni tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede»[7]. La liturgia è «l’ambito privilegiato in cui Dio parla a noi nel presente della nostra vita, parla oggi al suo popolo che ascolta e risponde […] In effetti, la celebrazione liturgica diventa una continua, piena ed efficace proclamazione della Parola di Dio. Pertanto essa, costantemente annunciata nella liturgia, è sempre viva ed efficace per la potenza dello Spirito Santo e manifesta quell’amore operante del Padre che giammai cessa di riversarsi su tutti gli uomini»[8]. Sono da tenere in necessario onore e considerazione, dunque, questi due pilastri della vita divina comunicata alla Chiesa: Parola di Dio e Tradizione, in modo da ritornare a stupirsi, ancora oggi, della continua presenza di Dio, al fine di formare un popolo in ascolto della voce del Padre, che parla agli uomini come ad amici. Per questo motivo si abbia a cuore la formazione biblica dei fedeli in tutti i modi e tempi possibili, perché la vita dei credenti sia plasmata dalla Parola viva ed efficace della Scrittura.
[5] Cfr. Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione dogmatica Dei Verbum, n. 4.
[6] Cfr. Ibidem, n. 8.
[7] Ivi.
[8] Benedetto XVI, Esortazione Apostolica Postsinodale Verbum Domini, n. 52.