Coloro i quali sono chiamati al sacerdozio ministeriale, siano essi diocesani o religiosi, i diaconi, permanenti o transeunti, i seminaristi, candidati all’Ordine sacro, dovranno, nella nostra Diocesi, crescere sempre più nella consapevolezza che l’approfondimento della coscienza di essere ministri è di grande importanza per la vita spirituale e per l’efficacia del loro stesso ministero[39]. La coscienza di essere ministro comporta anche la coscienza dell’agire in maniera organica nel Corpo di Cristo. Tutto ciò esige regole e leggi di condotta che devono essere rispettate al fine di evitare contraddizioni e contro-testimonianze che comprometterebbero lo sforzo pastorale unitario, di cui la nostra Chiesa diocesana ha bisogno, per svolgere in maniera efficace la sua missione evangelizzatrice. Tra tutte queste regole e leggi meritano particolare rilievo le ultime disposizioni liturgiche della nostra Chiesa, che hanno lo scopo di ordinare il culto in accordo con la volontà di Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote, e della Chiesa universale, Suo Mistico Corpo. Per cui, espressioni liturgiche soggettivistiche, improvvisazioni fantasiose, disobbedienze alle norme nelle celebrazioni eucaristiche costituiscono motivi gravi che mettono a rischio l’essenza stessa della dimensione liturgica.
[39] Cfr. Congregazione per il Clero, Istruzione Il Presbitero, pastore e guida della comunità parrocchiale, n. 21.