Per quanto concerne il rapporto tra pietà popolare e liturgia sia sottolineato il valore primario e salvifico della seconda rispetto alla prima. La liturgia resta il criterio ispirativo della pietà popolare e le diverse forme di quest’ultima non soppiantino per nessuna ragione il culto liturgico. Da questo Sinodo nasce l’invito a riprendere in mano i decreti vescovili riguardanti tale materia e di farne oggetto di seria verifica per eventuali correzioni o conferme. Perché, poi, sia garantito un giusto e solido rapporto tra pietà popolare e liturgia si propone di istituire, all’interno dell’Ufficio Liturgico Diocesano, la sezione riguardante proprio la pietà popolare dove possano trovare spazio e rappresentanza anche le espressioni più genuine di religiosità presenti nel territorio della Diocesi quali Confraternite ed Associazioni.