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Proposizione 181

Nel cuore di Dio c’è un posto preferenziale per i poveri, tanto che Egli stesso «si è fatto povero per voi, affinché, mediante la sua povertà, voi poteste diventare ricchi» (2Cor 8,9). Papa Francesco ribadisce questo concetto affermando: «La povertà si impara toccando la carne di Cristo povero negli umili, nei poveri, negli ammalati, nei bambini»[1]. La Chiesa deve agire come Cristo, il suo stile deve essere modellato su quello del suo Signore: diffondere, con la sua vita, umiltà e abnegazione. «Per la Chiesa l’opzione per i poveri è una categoria teologica prima che culturale, sociologica, politica o filosofica. Dio concede loro la sua prima misericordia. Questa preferenza divina ha delle conseguenze nella vita di fede di tutti i cristiani, chiamati ad avere “gli stessi sentimenti di Gesù” (Fil 2,5). Ispirata da essa, la Chiesa ha fatto un’opzione per i poveri intesa come una forma speciale di primazia nell’esercizio della carità cristiana, della quale dà testimonianza tutta la sua tradizione […]. Per questo desidero una Chiesa povera per i poveri. Essi hanno molto da insegnarci. Oltre a partecipare del “sensus fidei”, con le proprie sofferenze conoscono il Cristo sofferente. È necessario che tutti ci lasciamo evangelizzare da loro. La nuova evangelizzazione è un invito a riconoscere la forza salvifica delle loro esistenze e a porle al centro del cammino della Chiesa. Siamo chiamati a scoprire Cristo in loro, a prestare ad essi la nostra voce nelle loro cause, ma anche ad essere loro amici, ad ascoltarli, a comprenderli e ad accogliere la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicarci attraverso di loro»[2].

 

Nel nostro territorio quanti “ultimi della fila”, quanti poveri di mezzi, quante persone che non contano nulla, quanti poveri in spirito, quanti piccoli indifesi: sono loro i destinatari della misericordia di Cristo, attraverso l’opera della nostra Chiesa. Gesù, durante il suo ministero, ha continuamente sollecitato la pratica della misericordia, e, descrivendo il giudizio finale, ha annunciato che in quel giorno giudicherà tutti gli uomini in base alle opere di carità che avranno compiuto verso i più piccoli (cfr. Mt 25,31-46): non basterà, quindi, alle nostre comunità manifestare la fede creduta e celebrata, saranno necessarie le opere di misericordia, che la confermano e la rendono viva.

 

[1] Francesco, Udienza ai partecipanti all’Assemblea plenaria dell’Unione Internazionale delle Superiori Generali, 8 maggio 2013.

[2] Francesco, Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, n. 18.