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Proposizione 185

Per la nostra Chiesa di Oppido Mamertina-Palmi si presenta oggi una grande sfida. Il nostro territorio, non privo di positività che spesso stentiamo a far emergere, è una terra piena di fragilità e di forme innumerevoli di disagio, di periferie esistenziali create dai “briganti di turno”. Compito della nostra comunità ecclesiale è quello di mettere queste periferie al centro del nostro impegno: siano esse i nuovi luoghi dell’annuncio cristiano di liberazione, che non intendono sostituire totalmente ma integrare e completare quelli tradizionali della nostra pastorale. Le cinque vie tracciate dal Convegno Ecclesiale di Firenze possono segnare il percorso del nostro cammino nel vivere la carità.

 

  • Uscire non solo verso ogni periferia geografica ed esistenziale, ma uscire, come Chiesa locale, da tutto ciò che ci impedisce di andare verso gli altri: dal ritualismo esasperato, dalla retorica, dai luoghi comuni, dal “si è fatto sempre così”, dal “chisti simu”, dall’atavica rassegnazione e dal politicamente corretto.

 

  • Annunciare che l’uomo della Piana, con i suoi problemi di ogni giorno (le ingiustizie subite, la mancanza dei diritti fondamentali quali il lavoro, la cura della salute, ecc.) non è solo, ma è oggetto di un disegno di grazia, fatto di attenzione concreta e di compagnia sperimentata da parte di una Chiesa povera e serva dei poveri, senza orpelli e libera dalle seduzioni della ricchezza e del potere.

 

  • Abitare in pieno il nostro territorio, amandolo, assumendone le sfide, facendosi carico del cambiamento unitamente alle altre agenzie sociali e rinunciando all’assistenzialismo, che lascia il tempo che trova, per dare un volto alla vera carità.

 

  • Educare i fratelli all’impegno caritativo, inteso come servizio prioritario, secondo la Parola del Signore: “Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15,17).

 

  • Trasfigurare le relazioni e gli ambienti di vita mediante la pratica della misericordia, che sola dà senso e pienezza all’esistenza umana: «La Chiesa italiana sia una Chiesa libera ed aperta alle sfide del presente, mai in difensiva per timore di perdere qualcosa. E, incontrando la gente lungo le sue strade, assuma il proposito di San Paolo: “Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno” (1Cor 9,22). Consapevoli che la migliore risposta alla conflittualità dell’essere umano del celebre “Homo homini lupus” di Thomas Hobbes è l’“Ecce homo” di Gesù, che non recrimina, ma accoglie e, pagando di persona, salva»[1].

[1] Francesco, Discorso al Convegno della Chiesa Italiana di Firenze, 10 novembre 2015.