Effettua l'accesso qui per rispondere alla proposizione

Proposizione 84

La collaborazione del presbitero all’opera di salvezza di Cristo nella Chiesa è un’esigenza fondamentale. Ma perché essa possa essere portatrice di frutti deve prevedere il distacco del sacerdote dal male, dal mondo del peccato. L’ignoranza è il primo di questi mali: nel popolo l’ignoranza è scusa, nel prete è colpa: «Niente è più spaventoso nella Chiesa di un ignorante che prende la cura pastorale, dal momento che il governo delle anime è l’arte delle arti»[1]. Le lacune e le incertezze presenti nel clero vanno colmate: nell’attività pastorale vengono alla luce risorse e potenzialità, ma anche fragilità e inconsistenze. Il sacerdote, infatti, viene a contatto con le diverse problematiche delle persone, che si attendono risposte adeguate alle loro necessità. Ma nessuno può dare se prima non ha: non solo, dunque, formazione teologica, biblica, liturgica, catechetica, ma anche umana, psicologica, pedagogica, tanto importante per attirare e non allontanare i fedeli.

 

[1] Regola Pastorale di San Gregorio Magno, Pontefice Romano, a Giovanni Vescovo della città di Ravenna, Parte prima, 1.