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Proposizione 85

Il secondo dei mali da evitare è la cupidigia della carne nel suo duplice aspetto di attaccamento al denaro e di coinvolgimento nella sensualità del corpo.

• Il denaro: una mancata formazione permanente pone i presbiteri dinnanzi al rischio di diventare “funzionari del culto ad ore”, di cedere alla tentazione dell’accaparramento di beni e dell’avarizia, dell’autoritarismo, del carrierismo e, anche più semplicemente, a ridurre gli impegni pastorali allo stretto necessario per dedicarsi ad attività più redditizie. Si rende necessaria, dunque, un’educazione alla sobrietà della vita e alla modestia, in modo tale da non creare disarmonia tra la Parola annunciata e la vita condotta. La retta gestione dei beni personali del sacerdote e di quelli della Parrocchia a lui affidata consentirà alla comunità, sulla base di un esempio concreto del proprio pastore, di avere più attenzione alle nuove situazioni di povertà che si incontrano nel nostro territorio, e in modo particolare le realtà difficili dei disoccupati, delle famiglie divise e senza reddito, delle famiglie dei carcerati, dei giovani senza lavoro e senza prospettive per il futuro e per questo a rischio di cadere nella rete della malavita organizzata.

• La sensualità: senza un programma adeguato di formazione spirituale permanente il sacerdote rischia di perdere piano piano le motivazioni della propria vocazione e dell’esercizio della carità pastorale e di diventare vittima della routine quotidiana e di altri problemi che lo possono portare alla deviazione della sua condotta e alla ricerca di colmare il vuoto interiore con attaccamenti morbosi a persone di questo mondo. Ciò è causa di scandali tremendi: Gesù nel Vangelo è severissimo nei confronti di chi crea questi tipi di problemi, perché il peccato del sacerdote può generare il peccato del popolo. In questo caso nel peccato del prete c’è la malizia dell’adulterio, perché l’amore di Cristo per la Chiesa e per lui personalmente è un amore nuziale; e c’è la malizia del peccato originale, perché è un peccato che si trasmette, si propaga a macchia d’olio.