Effettua l'accesso qui per rispondere alla proposizione

Proposizione 94

Il diaconato è Sacramento: il primo grado dell’Ordine Sacro. Ha delle funzioni proprie che non si possono togliere o limitare; farlo significa sminuirne il valore. È importante perciò auspicare che nella nostra Diocesi il diaconato permanente venga vissuto come nella Chiesa delle origini, dove emerge bene il senso e lo scopo del mandato diaconale: collaborare con il ministero apostolico dei Vescovi nella fedeltà ai suoi compiti essenziali (la predicazione della Parola di Dio) e nella sollecitudine per i bisogni più concreti delle persone (il servizio delle mense) (cfr. At 6,1-6). Di loro si specifica: «Siano dignitosi e conservino il mistero della fede in una coscienza pura. Perciò prima siano sottoposti ad una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio» (1Tim 3,8-10.12-13). L’antica Didascalia degli Apostoli raccomanda al diacono una comunione stretta e cordiale con il Vescovo: «Egli sia l’orecchio del Vescovo, la sua bocca, il suo cuore, la sua anima: due in una sola volontà». La Tradizione apostolica di Ippolito descrive il rito di ordinazione dei diaconi mediante l’imposizione delle mani del solo Vescovo e spiega: «Perché il diacono non è ordinato per il sacerdozio, ma per il servizio del Vescovo». Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha rivalutato l’importanza del ministero diaconale per la vita della Chiesa come ruolo in se medesimo, sicché si è riscoperto il valore del diaconato permanente, che consacra il battezzato a vita nel ruolo di servizio ministeriale e può essere conferito anche a coloro che hanno già contratto matrimonio. Il suo servizio è esercitato nella liturgia, nella predicazione e nella carità, in comunione con il Vescovo e il suo presbiterio[1]. L’ordinazione rende il diacono membro effettivo del clero e facente parte della gerarchia ecclesiale di una specifica Diocesi, in cui è incardinato. I compiti del diacono vengono presentati in maniera chiara dal Magistero: «È ufficio del diacono, secondo le disposizioni della competente autorità, amministrare solennemente il Battesimo, conservare e distribuire l’Eucaristia, assistere e benedire il Matrimonio in nome della Chiesa, portare il viatico ai moribondi, leggere la Sacra Scrittura ai fedeli, istruire ed esortare il popolo, presiedere al culto e alla preghiera dei fedeli, amministrare i Sacramenti, presiedere al rito funebre e alla sepoltura»[2] . Il diacono espleta, inoltre, il servizio verso i poveri e gli ultimi attraverso la Caritas parrocchiale e diocesana. Egli si può anche prendere cura dei disagi personali e comunitari attraverso l’istituzione e la conduzione, insieme a laici ben preparati, dei centri di ascolto, quanto mai necessari nella nostra realtà.

[1] Cfr. CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium, n. 29
[2] Ibidem.