«Sempre più urgente si rivela oggi la formazione dottrinale dei fedeli laici, non solo per il naturale dinamismo di approfondimento della loro fede, ma anche per l’esigenza di “rendere ragione della speranza” che è in loro di fronte al mondo e ai suoi gravi e complessi problemi. Si rendono così assolutamente necessarie una sistematica azione di catechesi, da graduarsi in rapporto all’età e alle diverse situazioni di vita, e una più decisa promozione cristiana della cultura, come risposta agli eterni interrogativi che agitano l’uomo e la società d’oggi»[1].
È urgente che la Diocesi punti alla formazione permanente ed integrale dei laici. In particolare vi sia una formazione e un impegno nel campo sociale e politico, che parta dai fondamenti della dottrina sociale della Chiesa, per formare una coscienza retta e matura sull’essere nel mondo testimoni e profeti a servizio dell’uomo. Anche il campo della cultura deve trovare ampio spazio nella formazione permanente del nostro laicato. L’avanzare delle conoscenze e le nuove scoperte ci devono trovare pronti e preparati a saper dare delle risposte chiare e documentate perché «la fede suppone la ragione e la perfeziona, e la ragione, illuminata dalla fede, trova la forza per elevarsi alla conoscenza di Dio e delle realtà spirituali»[2]. Nel contesto della formazione integrale ed unitaria dei fedeli laici non si trascuri l’importanza della formazione nel mondo del lavoro perché, accanto alle proprie competenze professionali, si tenga conto «del senso civico e di quelle virtù che riguardano i rapporti sociali, cioè la probità, lo spirito di giustizia, la sincerità, la cortesia, la fortezza d’animo, senza le quali non ci può essere neanche vera vita cristiana»[3].
[1] Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica post-sinodale Christifideles Laici, n. 60.
[2] Benedetto XVI, Angelus, 28 gennaio 2007.
[3] Concilio Vaticano II, Decreto sull’Apostolato dei Laici Apostolicam Actuositatem, n. 4.