È in atto una spinta culturale che ha l’obiettivo di uccidere l’amore perché taglia tutti i legami essenziali tra le persone sviluppando diverse forme di individualismo.
È migliorata la libertà individuale del singolo nella coppia anche se ancora permangono disparità nei confronti della donna, che continua ad avere maggiori oneri e responsabilità nella gestione organizzativa della vita di coppia, della famiglia e nell’educazione dei figli.
Dinnanzi a questa visione precaria e individualista della famiglia e del Matrimonio, ci si rende conto dell’importanza di una presenza ecclesiale attiva, propositiva e autorevole, che sappia instaurare un dialogo efficace e coinvolgente. Troppo spesso ci “chiudiamo” a custodire il bene della famiglia e del Matrimonio senza pensare che sia un dono da condividere e “trafficare”.
In questa direzione è importante una maggiore presa di coscienza e una presenza attiva per essere autenticamente incisivi e presenti nel nostro contesto socio-culturale.
È un’esigenza essenziale del nostro essere Chiesa il bisogno di inserirci in modo attivo nella cultura del territorio, utilizzando tutti gli strumenti adeguati che offre la società, soprattutto ritrovando, sull’esempio di Papa Francesco, un nuovo linguaggio che non esprime solo giudizi, ma che sappia incontrare ed entrare nel cuore delle persone.