Nel territorio della nostra Diocesi da decenni esiste una forte presenza di immigrati stagionali e stabili provenienti, in prevalenza, dall’Africa e dall’Est europeo. Una parte di essi è costituita da interi nuclei familiari con presenza di minori.
La comunità ecclesiale, soprattutto attraverso la Caritas, alcune Congregazioni religiose e Associazioni, si è attivata per dare aiuto e rispondere ad alcune emergenze, ma è solo una goccia nell’oceano dei bisogni, che non supera quello stato di degrado al limite dell’umano in cui versano tanti di questi nostri fratelli.
È necessario che la nostra Chiesa, attraverso un coinvolgimento comunitario e in dialogo con le Istituzioni pubbliche, faccia ogni sforzo per coniugare fattivamente i quattro verbi indicati dall’enciclica Fratelli tutti: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.
Un’attenzione particolare va riservata alle famiglie immigrate con presenza di minori affinché abbiano situazioni abitative dignitose, siano messe in grado di usufruire dei loro diritti (es. un contratto di fitto registrato, un contratto di lavoro…), scoprano i loro doveri e obblighi nel Paese ospite, possano usufruire di una rete solidale e di accompagnamento perché i minori vivano in un contesto di “sicurezza”, siano scolarizzati, abbiano pari opportunità.
Siano attivati processi di integrazione, attraverso progetti e iniziative, costruendo una rete tra Istituzioni ecclesiali e civili. Le famiglie possano, in tal modo, sentirsi rispettate nella loro diversità culturale e religiosa per sviluppare progressivamente un senso di appartenenza alla comunità che le accoglie.
Dal dinamismo culturale del nostro territorio nascono anche Matrimoni misti tra appartenenti a diverse religioni e confessioni: la richiesta maturata e consapevole del Sacramento del Matrimonio va accolta e accompagnata attraverso un percorso di formazione condiviso per sottolineare ciò che unisce e non ciò che divide le diverse fedi. I valori comuni, i riti e le tradizioni religiose specifiche sono occasioni per stabilire relazioni di comprensione e collaborazione anche nell’educazione dei figli.