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Proposizione 120

L’abuso dei minori e delle persone vulnerabili, sotto le diverse forme, è una piaga molto grave della nostra società che si espande sempre di più e miete vittime innocenti. Nessun contesto, neanche quello della nostra Diocesi, si può ritenere esente, tenuto conto anche che chi si macchia di tale crimine non ha le sembianze dell’orco, come una certa pubblicistica propone, ma di una persona come tante che si presenta all’apparenza del tutto normale. Pertanto, la tutela dei minori e delle persone vulnerabili deve diventare parte integrante della pastorale ordinaria per far crescere la coscienza e la sensibilità in tutte le realtà pastorali e contribuire a diffondere una cultura della prevenzione. Molto importante è puntare sulla formazione del clero e di tutti gli operatori pastorali, che ruotano attorno agli ambienti parrocchiali, per renderli sempre più sicuri.

Gli abusi, per i due terzi, avvengono nell’ambito della famiglia e nella cosiddetta “cerchia della fiducia” per cui nella pastorale familiare un’attenzione particolare va riservata a questa problematica, accompagnando le famiglie attraverso strumenti di informazione, sensibilizzazione e formazione con l’aiuto anche di esperti. Non sono da sottovalutare, in questo ambito, i gravi rischi che provengono dal mondo del web, da cui i ragazzi di oggi sono grandemente affascinati ed attratti, anticipando sempre più l’ingresso nella realtà virtuale.

È necessario un rinnovamento comunitario, che sappia mettere al centro la cura e la protezione dei più piccoli e vulnerabili come valori supremi da tutelare.

 

Particolare attenzione le nostre Parrocchie devono porre alle situazioni familiari dove emergono problematiche di violenza e soprusi contro le donne.

Occorre, ove possibile, creare strutture di accoglienza per donne vittime della violenza.

È necessario insistere, nel nome di Cristo, per il superamento della cultura di sopraffazione che spesso si annida nelle famiglie del nostro territorio.