La Chiesa è di fatto il luogo dove le diverse generazioni sono chiamate a condividere il progetto d’amore di Dio in un reciproco scambio di doni, di cui ciascuno è portatore per virtù dello Spirito Santo. La terza età porta con sé un’apertura particolare alla trascendenza; a confermarlo sono, tra l’altro, l’assidua e nutrita partecipazione alle assemblee liturgiche; le svolte inaspettate di molti anziani che si riavvicinano alla Chiesa dopo lunghi anni di lontananza; lo spazio importante riservato, nella loro vita, alla preghiera.
Un pericolo è da evitare da parte delle nostre comunità: il fatalismo, di cui spesso è connotata la religiosità delle persone anziane. In questo caso, la sofferenza, le limitazioni, le malattie, le perdite legate a questa fase della vita sono viste come punizioni di Dio. La comunità ecclesiale ha la responsabilità di intervenire per far evolvere la religiosità degli anziani, restituendo un orizzonte di speranza alla loro fede. Lo può fare tramite una catechesi appropriata, in cui l’immagine di “Dio-timore” venga soppiantata da quella del “Dio-Amore”. Servendosi delle Sacre Scritture, degli insegnamenti del Magistero della Chiesa, della meditazione sulla morte e risurrezione di Cristo, si aiuteranno gli anziani a superare una visione retributiva nel rapporto con Dio, che nulla ha a che vedere con il suo amore di Padre. Partecipando alla liturgia e ai sacramenti della comunità cristiana e condividendone il vissuto, essi comprenderanno sempre più che il Signore non è impassibile dinnanzi al dolore dell’uomo né dinnanzi alla loro personale fatica di vivere.
È dovere della nostra Chiesa annunciare agli anziani la buona notizia di Gesù che si rivela loro come si rivelò a Simeone ed Anna, li conforta con la sua presenza, li fa gioire interiormente per l’adempimento di promesse ed attese che essi hanno saputo mantenere vive nel cuore. Inoltre, bisogna far prendere ad essi viva coscienza del compito che hanno di trasmettere al mondo, con i modi loro propri, il Vangelo di Cristo, rivelando a tutti il mistero della sua perenne presenza nella storia.
La pastorale di rievangelizzazione della terza età deve mirare alla crescita della sua spiritualità specifica, cioè la spiritualità di quella rinascita continua che Gesù stesso indica all’anziano Nicodemo, invitandolo a non lasciarsi fermare dalla sua vecchiaia, ma ad aprirsi al dono dello Spirito, per rinascere ad una vita sempre nuova, carica di speranza, perché: «quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito» (Gv 3,6).
La nostra “Chiesa in uscita” avrà sempre più bisogno di persone anziane, convertite alla passione per il futuro, all’amore per le giovani generazioni, testimoni di fede, artefici di una fraternità che crea legami ed apre alla bellezza di vivere e camminare insieme.