Questo santo Sinodo riafferma con convinzione la fede della Chiesa che è in Oppido Mamertina-Palmi nella divina rivelazione del Dio Trino e Uno. Pienezza di questa rivelazione è Gesù Cristo, il quale è venuto nel mondo per comunicarci la vita divina e mostrarci il vero volto del Padre[2]. Dal Padre e dal Figlio procede lo Spirito Santo, che ricolma di doni la sua Chiesa e ogni credente[3] e li guida alla pienezza della statura di Cristo. Questo è il principale scopo della vita cristiana affinché, avendo in noi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, siamo condotti alla piena realizzazione della salvezza. Pertanto, è necessario riscoprire l’incontro personale e comunitario con il Signore Risorto per partecipare pienamente alla vita di Dio, Trinità d’Amore, fonte della “gioia piena” (1Gv 1,4). Ed è dono e compito imprescindibile della Chiesa comunicare la gioia che viene dall’incontro con la Persona di Cristo, Parola di Dio presente in mezzo a noi. In un mondo che spesso sente Dio come superfluo o estraneo noi confessiamo, come Pietro, che solo Lui ha “Parole di vita eterna” (Gv 6,68). Non esiste priorità più grande di questa: riaprire all’uomo di oggi l’accesso a Dio, al Dio che parla e ci comunica il suo amore perché “abbiamo vita in abbondanza” (Gv 10,10).
[2] Cfr. Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione dogmatica Dei Verbum, n. 2.
[3] Cfr. Ibidem, n. 5.